10 giu INSEGNANTI CHE GUIDANO LA CLASSE E GENITORI CHE GUIDANO I BAMBINI: NUOVE TECNICHE PER POTENZIARE L’APPRENDIMENTO

PSICOLOGIA OGGI La nostra esperta risponde 

Gentile dott.ssa Convertino,

le scrivo perché sono molto preoccupata per mia figlia Linda, di 7 anni. Da quando quest’anno ha iniziato  la seconda elementare, i maestri hanno notato una sua difficoltà a seguire le lezioni e una fatica a comprendere alcune consegne; questo la porta a distrarsi e prendere voti insufficienti nei compiti in classe. Gli insegnanti pensano possa trattarsi di un disturbo dell’apprendimento, e mi hanno consigliato di portarla da una psicologa. Cosa mi consiglia di fare? Crede che Linda possa avere un problema serio? A casa quando disegna o fa i compiti riesce a concentrarsi abbastanza e, anche se con lentezza, riesce negli esercizi che deve svolgere. C’è un modo per poterla aiutare ad andare meglio anche a scuola?

La ringrazio per i consigli,

                                         Marilena

Gentile Marilena, dalle sue parole traspare la sua preoccupazione e la voglia di aiutare sua figlia, e la decisione di scrivere questa lettera è molto importante. Credo innanzitutto sia da tener presente che Linda, a 7 anni, frequenta già la seconda elementare: spesso una maggiore difficoltà o lentezza nell’eseguire alcuni compiti può essere legata a questa differenza di età e di livello di sviluppo, anche se si tratta solo di pochi mesi. Sarebbe utile capire come sua figlia si trova nella classe, e il modo in cui si rapporta ai compagni e ai maestri. Le piace andare a scuola? Quando torna a casa è molto stanca? È importante non sottovalutare il fatto che il sistema scolastico richiede ai bambini delle scuole elementari di rimanere per 8 ore in una situazione di attenzione e attivazione continua, spesso non considerando i ritmi e le capacità di “tenuta” dei bambini stessi. Soprattutto nei primi due anni di scuola, è molto impegnativo mantenere in maniera costante la concentrazione: per questo è fondamentale creare dei momenti di riposo e ricarica, così come utilizzare delle modalità concrete e visibili per stimolare e facilitare l’apprendimento dei bambini.

In che modo? Lei stessa, gentile Marilena, può aiutare Linda ad imparare per esempio le tabelline, con delle strategie di gioco molto semplici e interattive, come una caccia al tesoro. Scrivete su dei bigliettini tutta la serie di tabelline che Linda ha imparato a lezione, e poi attaccateli per tutta la casa. Fate quindi delle domande, chiedendo a Linda di cercare il risultato corrispondente tra i bigliettini appesi. Queste modalità più concrete permettono ai bambini di memorizzare ed assimilare meglio le informazioni, e risultano più stimolanti, così da ridurre il dispendio di energie. Credo sia estremamente importante che anche gli insegnanti utilizzino questi e altri tipi di strategie, ed abbiano la giusta preparazione e competenza per poter guidare le classi. Ciò è possibile grazie a corsi di formazione specifici, che permettono di imparare a cogliere i segnali e le situazioni problematiche nella classe, utilizzare un linguaggio che favorisca l’attenzione sul singolo e sui bisogni del gruppo, e rinforzare la motivazione all’apprendimento e  al lavoro di squadra. Gli insegnanti e i genitori diventano così una rete positiva, basata su rapporti di alleanza che permettono di individuare e raggiungere obiettivi chiari e trasformativi per tutti.

poter valutare poi la presenza di un possibile disturbo dell’apprendimento, è necessario che lei si rivolga ad un esperto psicologo che, attraverso l’utilizzo di strumenti e test scientifici, possa individuare il livello di abilità cognitive e fornisca nuove strategie per migliorare e facilitare l’acquisizione di nuovi concetti e conoscenze.

 

http://www.psicologamonzabrianza.eu/coaching/

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