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19 nov Gicam: mani in missione

Prof Lanzetta e chirurghi in missione

 

Gicam: mani in missione

 Gicam è l’associazione  internazionale di chirurghi amici della mano in missione per Africa e Asia. Durante l’evento  Una mano per l’Africa e l’Asia, che ha avuto luogo ieri a Lugano, il Prof Marco Lanzetta, fondatore  e Presidente dell’associazione onlus GICAM, ha presentato l’imminente missione di dicembre e il fitto calendario di interventi che, nel 2017,  vedranno impegnati tutti i chirurghi GICAM  a beneficio di tantissimi bambini africani e asiatici.

-“Abbiamo bisogno del vostro sostegno per raccogliere i fondi e continuare le missioni per ridare ai bambini le mani e un sorriso”, spiega il Prof Lanzetta, -“abbiamo aperto a tutti la possibilità di essere protagonisti con noi attraverso la piattaforma https://www.justgiving.com/crowdfunding/gicamNGO

Ognuno di noi, con un semplice click, può donare a molti bambini un intervento chirurgico necessario per utilizzare ancora le mani. Numerosissimi sono stati i bambini  a cui sono state salvate le mani attraverso  interventi chirurgici,  spesso complessi e spesso effettuati in condizioni critiche.  

I Documenti-Video ( http://www.gicam.net/video/ ) testimoniano l’attività unica e insostituibile di tutti i chirurghi di GICAM. Le mani dei bambini sono spesso in condizioni critiche e l’impossibilità ad usarle significa anche emarginazione,  –“portare la nostra professionalita’ laddove ve ne sia bisogno, senza distinzioni di credo religioso, razza, colore della pelle”, è la mission di GICAM,- continua di Prof. Lanzetta.

“Con il nuovo statuto dell’Associazione”, spiega il Professor Lanzetta, “di fatto il ramo italiano e quello svizzero si fondono in un’unica organizzazione piu’ salda, unita e pertanto efficace. Tutti i chirurghi, i fisioterapisti, i volontari e gli amici svizzeri ed italiani sono uniti in un’unica organizzazione, per lavorare insieme verso l’obiettivo comune: ridare le mani e il sorriso ai bambini.

L’appello alla donazione è rivolto anche alle aziende che vogliono contribuire a queste missioni mettendo a disposizione la loro generosità e sensibilità al problema.

 ! Donare è facile!

https://www.justgiving.com/crowdfunding/gicamNGO

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13 nov BIOTECNOLOGIA INDOSSABILE: I CORPI ESTRANEI DIVENTANO VITALI

DR.CONVERTINO ESPERTA IN PSICO-ORTOPEDIA

DR.CONVERTINO ESPERTA IN PSICO-ORTOPEDIA

BIOTECNOLOGIA INDOSSABILE

I CORPI ESTRANEI DIVENTANO VITALI

IL CORPO COME VOLONTA‘ E RAPPRESENTAZIONE: FILOSOFIA,ANTROPOLOGIA E PSICOANALISI RIPENSANO IL CORPO NELLA MEDICINA HI-TECH,  è il titolo dell’importantissimo workshop che ha avuto luogo Sabato 12 novembre a Pistoia, imminente capitale delle cultura nel 2017, promosso dal Dott. Augusto Iossa Fasano, Psichiatra e Psicoanalista, studioso di sistemi protesici e di impatto sulla psiche, Presidente dell’associazione Metandro, autore di un volume dal titolo Fuori da Sè.

Che impatto hanno le protesi sui pazienti? Emozioni ed identità sono coinvolte nella nuova percezione corporea?Come reagiscono i familiari al nuovo corpo del paziente? Queste sono alcune delle domande che si sono snocciolate nel workshop, attraverso la condivisione di esperienze tecniche, mediche, psicologiche unitamente ad approfondite riflessioni filosofiche e religiose.

Il mio apporto ha riguardato l’esperienza di 17 anni di lavoro con pazienti traumatizzati a livello ortopedico: amputazioni, sindrome genetiche, traumi che hanno causato parziali immobilità degli arti. In particolare la mano bionica  ha permesso a molti pazienti di poter raggiungere livelli di soddisfazione eccellenti nello svolgimento delle attività quotidiane.

Dai risultati degli studi clinici ho osservato un rilevante processo che ho chiamato  IDENTITA’ TRANSITORIA, quello stato in cui il paziente integra l’identità psico-corporea passata, alla nuova percezione di sé, elicitata dalla modificazione subita dalla mano stessa (trapiantata, mutilata e mano-bionica).

Durante questo processo un ruolo chiave è giocato anche dall’équipe dei sanitari, medici, fisioterapisti, psicologi, infermieri.

La nuova identità del paziente che indossa la bio-tecnologia, che sia un arto artificiale, o  altri device cardiaci, quali stent, pacemaker, accede alla risorsa mentale e relazionale dello staff da cui è seguito.

Lo staff diventa  FUNZIONE DI SUPPORTO ALL’IDENTITA’ TRANSITORIA DEL PAZIENTE E  CONTRIBUISCE A CONFIGURARNE LO SCHEMA CORPOREO E  LA RAPPRESENTAZIONE PSICHICA. In che modo?

Prendiamo l’esempio di chi dovendo indossare la mano bionica segue un trattamento intensivo di fisioterapia. Il fisioterapista che accompagna il paziente alimenta e struttura con lui nuovi schemi mentali e raggruppamenti neuronici, che danno significato funzionale ed emotivo al paziente stesso. La propria capacità di potenziarsi ed essere maggiormente abile, lo vede in una nuova trasformazione di identità corporea e dell’immagine di Sè. Anche i familiari e gli amici, contribuiscono alla costruzione di una nuova percezione di Sè . Dall’iniziale sensazione di avere un corpo estraneo nel corpo (la protesi) il paziente integra via via il suo nuovo corpo, animato e confortato dalla maggior capacità di muoversi e progettarsi nel mondo.

Molti pazienti dicono: sono rinato! La sensazione di rinascita apre la speranza di poter continuare ad affermarsi nel mondo interiore e sociale con una propria autenticità e  con una nuova vitalità.

Per una serena integrazione di ogni device e protesi utilizzo da tantissimi anni  il METODO T.I.M.E, che aiuta il paziente e la famiglia e superare gli ostacoli, i traumi,  lo scoraggiamento. Il metodo potenzia i pazienti sul piano emozionale, strategico, comportamentale e relazionale, in modo che possano ritrovare la loro nuova identità e il loro stile di vita, stabilizzando le nuove abilità.

 

 

 

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17 ago AMORE AMORE AMORE!

AMORE

AMORE AMORE AMORE

AMORE AMORE AMORE!

QUANTE VOLTE HAI DETTO AMORE?

Amore: intrigante, dolce, impossibile, impercettibile, anonimo, scorbutico, intramontabile, dominante, doloroso, indomabile, difeso, timido, intercambiabile, inconfutabile, stordente, scomodo, rispecchiante, fantomatico, ferito, usurante, simbiotico, fulminante, sconvolgente, scardinante, deriso, balbettato, algido, concertato, sconcertante, indegno, santo, infido, inscordabile, felice, seducente, irriverente, eterno, incolmabile, inaspettato, stravagante, soccorrevole, opportunistico, screanzato, spirituale, carmico, scontato, irrisolto, infinito, sincero, memorabile, unico, fusionale, cerebrale, scandaloso…
Ogni storia è unica, ed io ne ho sentite veramente moltissime, ma ogni volta mi incanto e mi incuriosisco nei confronti di chi mi racconta una parte della propria vita tanto importante e fondamentale. Storie che a volte riempiono e  fanno gioire, storie che a volte creano sconvolgimenti e sofferenza.

L’amore rende dipendenti? Si può realmente avere un rapporto d’amore equilibrato? La dipendenza  affettiva dipende dalla personalità? Queste sono alcune domande che tipicamente mi rivolgono le donne. Spesso queste persone sono  straordinarie e  capaci di dare tantissimo amore, fino a volte a svuotarsi.

Rispondere a queste domande è complesso, anche se la soluzione per riequilibrare un rapporto d’amore può essere anche semplice.

E’ importante anche saper ricevere in un rapporto d’amore, saper procedere e sapersi fermare. Perchè a volte è così difficile?

9 STEP PER SAPER AMARE

9 STEP PER SAPER AMARE

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A chi non è mai capitato di trovarsi in un rapporto d’amore e sentire che l’altro vuole prevalere, o si è in balia delle sue decisioni.  A  volte la  propria la volontà può annullarsi e si rischia di perdere se stessi o di agire in modo sconsiderato, oppure non ci si sa più difendere da soprusi dell’altro, che, capisce la debolezza e se ne approfitta.

Il libro DONNE ACROBATE ( per saperne di più clicca qui) ha aiutato molte donne a liberarsi dalla dipendenza e a ritrovare un amore equilibrato. Anche corsi  e meeting possono aiutare a gestire emozioni e conflitti che rischiano di far star male e creare problemi di ansia e di depressione. ( clicca qui per saperne di più)

In un interessante articolo di Focus (http://www.focus.it/comportamento/psicologia/lamore-sul-cervello-ha-lo-stesso-effetto-dellalcol) si compara l’amore con gli effetti dell’alcool.

L’amore? Sul cervello ha lo stesso effetto dell’alcol.L’azione dell’ossitocina somiglia da vicino ai postumi di una sonora bevuta: disinibisce, ma rende aggressivi. Una ricerca chiarisce i “lati oscuri” dell’ormone dell’amore.

 Storditi, confusi, labili: sono aggettivi che si addicono tanto agli innamorati, quanto a chi ha esagerato con l’alcol. Ora uno studio pubblicato su Neuroscience and Biobehavioral Reviewsdimostra che alcol e ossitocina (l’ormone dell’amore) hanno sul cervello effetti molto simili, se non identici.

COLLANTE CHIMICO. L’ossitocina, un ormone prodotto dall’ipotalamo, è fondamentale nel cementare il rapporto tra madre e figlio, e gioca un ruolo chiave nelle interazioni sociali. Il suo picco – che coincide con i momenti topici dell’innamoramento, dagli abbracci agli orgasmi – agisce sui circuiti corticali limbico e prefrontale, allentando i freni inibitori solitamente imposti da stress, paura e ansia.

PRO E CONTRO. Questo meccanismo alimenta comportamenti prosociali, come altruismo, generosità, empatia, e ci rende più capaci di flirtare e fare la prima mossa, atteggiamenti indispensabili in chiave evolutiva. Ma questo eccesso di fiducia può anche alimentare dinamiche comportamentali spiacevoli di cui si parla poco, complice forse il soprannome “ormone dell’amore”.

LATI OSCURI. Ian Mitchell e i colleghi della Scuola di Psicologia dell’Università di Birmingham (Gran Bretagna) hanno confrontato gli effetti neurologici di un accentuato consumo di alcol e di una dose di ossitocina somministrata per via nasale.

EFFETTI SIMILI. Le due sostanze «sembrano intercettare recettori diversi nel cervello, ma agiscono in modo analogo sui recettori del GABA (un neurotrasmettitore inibitore) nella corteccia prefrontale e nelle strutture limbiche» dice Mitchell. «Questi circuiti neurali controllano come percepiamo ansia e stress nelle situazioni sociali (per esempio, durante un colloquio di lavoro, o quando chiediamo di uscire a qualcuno che non conosciamo). Alcol e ossitocina possono far sembrare queste situazioni meno spaventose».

CORAGGIOSI E SFRONTATI. Allo stesso tempo, però, le due sostanze possono generare situazioni socialmente pericolose: entrambe rendono più aggressivi e suscettibili, più invidiosi e meno socialmente inclusivi.

Agendo sui meccanismi che regolano la paura, possono farci correre rischi inutili, perché aumentano in modo esagerato la fiducia nelle nostre capacità (per non menzionare gli effetti negativi che l’alcol ha sulla salute).

Capire con quali dinamiche agisca l’ossitocina è importante per mettere a punto usi terapeutici di questo ormone, i cui benefici non sono però esenti da effetti spiacevoli.”

L’articolo di Focus ci aiuta a capire che dietro al comportamento ci sono anche processi chimici.

In ogni caso, gli aspetti chimici possono essere gestiti dal comportamento, nel momento in cui si ha la consapevolezza per poter cambiare gli stati emotivi che possono sopraggiungere improvvisamente nella relazione e radicarsi per anni.

Per poter trasformare tutto ciò ho approntato da anni  i corsi

Donne acrobate clicca .

9 step per saper amare un partner difficile ed uscire dalla dipendenza d’amore.

 

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11 giu Impresa-donne acrobate

IMPRESA-DONNE ACROBATE

I  VOLTI FEMMINILI DELL’IMPRESA:INTERVISTA A LORELLA CINCOTTA DA LIPARI

IMPRESA DONNE ACROBATE

IMPRESA DONNE ACROBATE -LORELLA PARADISE HOME

I VOLTI DELLE DONNE NELL’IMPRESA FAMILIARE

 INTERVISTA A LORELLA CINCOTTA

Ornella: Come si chiama la tua impresa?

Lorella: LORELLA PARADISE HOME  è un complesso di villette che si affacciano al mare e per la precisione dalle terrazze si vedono , in un solo sguardo, tre Vulcani: Stromboli, l’ Isola di Vulcano e l’Etna. Il nome Lorella Paradise Home nasce delle esclamazioni dei miei clienti stranieri: here is a paradise!

Ornella: non posso dare loro torto! E’ veramente un paradiso questo posto, il panorama è veramente incredibile. Da quanti anni vivi a Lipari?

Lorella: Sono originaria di Lipari, mio nonno abitava già in questa isola meravigliosa e possedeva delle proprietà e dei terreni. Dopo la scuola andavamo spesso a dorso d’asino per raggiungere gli appezzamenti, nei quali noi bambini giocavamo, con lo sfondo dell’arcipelago eoliano e del continente in lontananza. Da aprile a fine ottobre ci divertivamo in riva al nostro splendido mare e sulle spiagge.

Ornella: quando hai pensato di intraprendere la tua impresa ?

Lorella: un giorno ero in riva al mare e pensavo a qualcosa che mi facesse veramente entusiasmare e guardando l’acqua cristallina ho deciso di volere far conoscere queste bellezze  che sono le Isole Eolie a tante persone amanti del mare e della natura.

Ornella: Come hai realizzato questo tuo sogno di imprenditrice?

Lorella: Una mattina sono andata alle casette di mi nonno e ho iniziato ad immaginarle come meravigliose villette con tutti i comfort.  Nel rispetto dello stile delle tradizioni Eoliane ho scelto personalmente i  materiali con cui ristrutturale. Ho valorizzato tutti i dettagli, dando nuova vita  alle pietre  antiche che sono diventate gradini, muretti  che valorizzano l’insieme.

Ornella: E’ vero,  l’ospite si trova percorrere l’entrata tra  splendidi fiori di capperi, margherite e vigne.  Porte e finestre richiamano i colori del mare e le terrazze invitano  lo sguardo  ad ammirare in un solo istante  una vista unica al mondo i tre vulcani.

Ornella: Cosa ti ha portato a sviluppare questa impresa turistica?

Lorella: L’amore per il luogo mi ha portato a sviluppare l’impresa turistica in modo da poter accogliere quelle persone e famiglie che vogliono veramente trascorrere una vacanza unica, naturale, alla scoperta di spiagge e calette esclusive facilmente raggiungibili.

I miei clienti vengono coccolati da ogni confort e dalla cortesia  che mi appartiene.

Ornella: Chi ospiti generalmente?

Lorella: Molti sono stranieri che vengono da tutto il mondo, Australia, Stati Uniti, Germania, Francia, Asia, Nord Europa; molti sono anche italiani che vogliono riscoprire il piacere di essere a casa e di appartenere anche loro ad una terra così ricca di meraviglie naturali.

Ornella: posso confermare che il mio soggiorno in una delle tue villette è stato magnifico. Sei una donna  che ha saputo offrire uno spazio abilitativo  per una vacanza spettacolare.

Alzarsi al mattino con la vista del mare e fare la colazione con lo sguardo che si perde tra le Isole è un esperienza emozionante, rilassante ed energizzante.

Lorella: ti ringrazio per queste tue parole e sono felice di  aver realizzato il mio sogno.

Invito tutti coloro che vogliono trascorrere una vacanza unica e naturale a visitare le Isole.

Vi aspetto con entusiasmo.

lorellacincotta@outlook.it

cellulare 3332032228

 

 

 

 

 

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31 mag Difendersi dalle Violenze

Difendersi dalle Violenze 

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“Giulia, 23 anni, studentessa.  Un giorno durante una seduta le chiesi semplicemente di fare un disegno libero e poi le chiesi, Giulia:  che significato ha per te questo disegno? Inizió a piangere a dirotto mi raccontó una storia terrificante in cui suo padre aveva  abusato di lei per anni, finchè un giorno Giulia prese il coraggio di aprire quella cerniera e di parlare con sua madre. Cosa succede quando si apre una cerniera? Le parti si dividono. Giulia aveva paura di questo, che parlando avrebbe voluto dire distrutto la sua famiglia . Infatti la madre iniziò a litigare violentemente con il padre, notò professionista. Giulia era decisa a  denunciarlo, ma la madre non voleva, in quanto pensava  alle critiche della gente. Il padre lasciò la famiglia. Giulia si sentiva in colpa per la disgregazione della famiglia,  ma si sentiva anche molto arrabbiata con il padre benchè lo amasse. 

Alla fine Giulia decise una soluzione,  si fece ella stessa cerniera per unire la parti della famiglia e disse ai suoi genitori : se starete  sempre insieme ed il papà si fa curare , io non lo denuncerò  e lo perdonerò  per il male che mi ha fatto. Il padre tornò a  casa.
Io chiesi a Giulia come mai lo avesse  perdonato e lei rispose:
Perchè siamo umani, siamo tremendi e siamo malati. Ho capito che mio padre aveva una malattia e vedendo che aveva accettato di farsi curare seriamente l’ ho voluto perdonare”

Quante storie ci sono in Italia simili a quella di Giulia? Quante cerniere continuano ad esserci sulle bocche delle donne?

6 milioni 788 mila, 6.788.000 donne che hanno subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, il 31,5% sono donne di età compresa tra i 16 e i 70 anni. Lo afferma la pubblicazione dei dati ISTAT del 5 giugno 2015, relativi all’anno 2014.
Il dato sconvolgente è che circa il 60% sono ragazzine e bambine,  proprio come Fortuna, gettata dal balcone perché si è ribellata alle violenze.
Ricordo anche i fatti di Colonia di gennaio 2016, che mi hanno dato l’impulso  a volere continuare ad informare le donne e le famiglie sulla possibilità di difendersi, prevenire e combattere il fenomeno della violenza.
In questo senso il Convegno è un po’ come una cerniera capace di unire e rendere sempre più visibile i progetti  tra i diversi soggetti che a vario titolo operano per un mondo migliore.

Nella prima parte si è evidenziato come gli strumenti di legge e la capacità di intervento delle forze dell’ordine si siano sempre più evolute e abbiano creato possibilità concrete di intervento.
Nella seconda parte è emerso come le reti sociali si siano sempre più organizzate dando vita a progetti articolati  come
1)Rete Artemide: scopo principale è promuovere la costruzione di un sistema interistituzionale per il riconoscimento, l’accoglienza e il sostegno delle donne vittime di violenza familiare, mettendo in rete tutte le risorse, le strutture, le professionalità che sul territorio si occupano di dare risposte e tutela alle donne, per poter offrire loro il supporto necessario per uscire dalla violenza.
2) Rete «Diade» («Deployment of Intervention Against Domestic Violence»).
3  I Centri Antiviolenza  come il C.A.DO.M. (Centro Aiuto Donne Maltrattate) che opera a Monza e sul territorio della Brianza dal 1994  che fanno parte della Rete Artemide offrendo ascolto, accoglienza, consulenza legale, sostegno psicologico, alloggio d’emergenza, proteggendo la  sicurezza.
4) Pronto soccorso di urgenza ed emergenza  con uno sportello dedicato al primo intervento per le vittime della violenza
Nella terza parte sono stati affrontati due punti
1) la tecnologia viene  in aiuto alle donne con l’applicazione SHAW, capace di chiamare con click le forze dell’ordine
2) la prevenzione nelle scuole.
E’ importante insegnare ai ragazzi che la violenza è riconoscibile attraverso alcuni segni indicatori di un rapporto che può trasformarsi in modo violento. Ciò aiuta a difendersi e a contrastare quei comportamenti lesivi della dignità individuale.

Cambiare la cultura sulla violenza dipende anche da tutti noi
Potersi difendere dalle violenze dipende anche da tutti noi
Le maglie della rete più sono strette e più ci sorreggono.

Dr.ssa Ornella Convertino

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